1 Dopo il meticoloso saggio di E. Carassus, "L'Affaire Dreyfus et l'espace romanesque: de "Jean Santueil" à la "Recherche du temps perdu"", in Revue d'Historie de la France, n. 5-6, 1971, p. 834-853 (nello stesso numero di rivista si veda pure: H. David, "Proust et ses amis antisémites", ivi, pp. 909-20), la bibliografia sui rapporti di Proust con l'ebraismo, e in particolare in relazione all'Affaire Dreyfus, è andata decisamente ampliandosi: A.M. Cittadini, Proust e la Francia dell'Affaire Dreyfus, Palermo, Palumbo, 1977; J. Recanati, Profils Juifs de Marcel Proust, Paris, Editions Bouchet-Chastel, 1979; J. Bem, "Le Juif et l'homosexuel dans la Recherche", in Littérature, n. 37, 1980; B. Brun, "Brouillons et brouillages: Proust et l'antisémitisme", in Littérature, n. 70, 1988, pp. 110-128; J. Hassine, "L'écriture du discours antisémite dans la "Recherche" et ses sources bibliques et gréco-romaines", in Bulletin d'informations proustiennes, n. 21, 1990, pp. 83-100; Id., "Sionisme et sodomisme chez Proust", in Pardès, n. 12, 1990, pp. 158-168; A. Compagnon, "Proust et le judaïsme", in Critique, n. 47, 1991, pp. 905-908; J. Hassine, Marrasnisme et hebraïsme dans l'oeuvre de Proust, Paris, Minard, 1994; A. Boullaguet, "Proust et l'engagement littéraire. L'Affaire Dreyfus dans "Le côté de Guermantes"", in Les Cahiers naturalistes, 1994, pp. 280-284; E. Rosen, "Littérature, autofiction, histoire. L'Affaire Dreyfus dans "À la recherche du temps perdu"", in Littérature, 1995, n. 100, pp. 64-80; C. Bidou-Zachariasen, Proust sociologue. De la maison aristocratique au salon bourgeois, Paris, Descartes & Cie, 1997, pp. 174, 93 e passim; R. Kahn, Images, passages: Marcel Proust et Walter Benjamin, Paris, Kimé, 1998, passim; J. Hassine, "L'écriture de l'Affaire Dreyfus dans l'oeuvre de Proust", in R. Kahn et D. Michman (éds.), Les intellectuels face à l'Affaire Dreyfus alors et aujourd'hui: perception et impact de l'Affaire en France et à l'étranger, Actes du colloque de l'Université Bar-Ilan, Israël 13-15 décembre 1994, Paris, L'Harmattan, 1998, pp. 243-357, disponibile anche su internet all'indirizzo: www.luglieditore.com; A. Compagnon, "Le narrateur en procès", in Marcel Proust 2, Nouvelles directions de la recherche proustienne 1, Paris-Caen, Minard, 2000, pp. 309-334; B. Brun, "Les juifs dans Sodome et Gomorrhe", in É. Grossman et R. Coudert (textes réunis par), Lectures de Sodome et Gomorrhe de Marcel Proust, Cahiers Textuel, 23, Université Paris 7, 2001, pp. 119-126, disponibile anche su internet all'indirizzo: www.luglieditore.com; A. Beretta Anguissola, "Proust and Scapegoating: From Saniette to Dreyfus", in A. Kotin Mortimer – K. Kolb (éds.), Proust in perspective. Visions and revisions, Urbana and Chigago, University of Illinois Press, 2002, pp. 85-102; versione francese, "Proust et les boucs émissaires: de Saniette à Dreyfus", disponibile su internet all'indirizzo: www.luglieditore.com.

2 A. Piperno, Proust antiebreo, Milano, Franco Angeli, 2000.

3 Il nome di Schopenhauer è stato fatto del tutto a proposito per quanto riguarda la concezione proustiana della musica già da Beckett nel 1930 (cfr. S. Beckett, Proust, New York, Grove Press, 1930; tr. it., Proust, Milano, SugarCo, 1978, p. 93), ed è poi stato ripreso in seguito da diversi autori, sempre a proposito dell'idea proustiana di musica (cfr., ad esempio, J.-J. Nattiez, Proust musicien, Paris, Christian Bourgois, 1984, tr. it., Proust musicista, Palermo, Sellerio, 1992, pp. 91-104), ma poi anche con implicazioni più ampie, a partire dall'articolo di R. de Luppé, "Marcel Proust, disciple de Schopenhauer", in Revue d'Esthetique, 1949, n. 2; pp. 395-415: cfr. M. Hindus, The Proustian Vision, New York, Columbia University Press, 1954, pp. 78-121; A. Beretta Anguissola, Proust inattuale, Roma, Bulzoni, 1976; J. Acheson, "Beckett, Proust and Schopenhauer", in Contemporary Literature, a. 19, 1978, n. 2, pp. 165-179; M. Prat, "Proust et la lanterne magique de Schopenhaeur", in Revue de Littérature Comparée, t. 55, 1981, n. 2, pp. 195-207; A. Henry, Marcel Proust: théories pour une esthétique, Paris, Klincsieck, 1981; Id., Proust romancier. Le Tombeau égyptien, Paris, Flammarion, 1983; Id. "Proust du côté de Schopenhauer" in Id., (sous la direction de), Schopenhauer et la création littéraire en Europe, Paris, Méridiens-Klincksieck, 1989, pp. 149-164; A. Longuet-Marx, "Schopenhauer-Proust: La scène amoreuse", in A. Henry (sous la direction de), Schopenhauer et la création littéraire en Europe, cit., pp. 165-172; L. Fraisse, Lire 'Du côté de chez Swann' de Proust, Paris, Dunod, 1993, pp. 116-119; J. Kristeva, Le temps sensible. Proust et l'éxpérience littéraire, Paris, Gallimard, 1994, p. 320.

4 Cfr. A. Henry, "Proust lecteur de Schopenhauer: le nihilisme dépassé", in R.-P. Droit (éd. par), Présences de Schopenhauer, Paris, Grasset, 1989, pp. 163-178; Id., "Proust lecteur de Schopenhauer: les limites d'une fascination", Les Cahiers de l'Herne, n. 69, 1997, pp. 38-48; A. Beretta Anguissola, Proust e la Bibbia, Torino, Edizioni Paoline, 1999, cap. II, pp. 75-93; Id., "Proust and Scapegoating: From Saniette to Dreyfus", cit. Anne Henry, dal canto suo, sembra tuttavia essere tornata sui suoi passi, confermando in larga misura le tesi presentate nei suoi libri dei primi anni '80, nel recente volume La tentation de Marcel Proust (Paris, PUF, 2000).

5 M. Piazza, "Proust: la verità come valore e le leggi. I limiti dell'interpretazione nichilistica della Recherche", in F. Bianco (a cura di), Aspetti e problemi del dibattito sui valori tra '800 e '900, Franco Angeli, Milano, in corso di stampa.

6 Ci si può chiedere, e nient'affatto peregrinamente, se tale superamento non vada nella direzione tracciata da un altro pensatore spesso associato al pensiero nichilistico, e cioè Nietzsche. Diversi sono i motivi che possono confortare nel considerare il superamento proustiano dello schopenhauerismo in analogia con quanto avviene nella riflessione nietzscheana. È questa la tesi di fondo del recente studio di Duncan Large, dedicato non soltanto alla messa a punto del Nietzsche di Proust, ma anche e soprattutto a definire le affinità profonde tra questi due grandi autori, l'uno un romanziere sporto sul filosofico (Proust), l'altro un filosofo che tratta letterariamente i temi e i problemi della filosofia (Nietzsche): cfr. D. Large, Nietzsche and Proust. A Comparative Study, New York, Oxford University Press, 2001. Sempre su Proust e Nietzsche si veda anche J. Landy, "Nietzsche, Proust and Will-to-Ignorance", in Philosophy and Literature, a. XXVI, April 2002, n. 1, pp. 1-23. Utile la messa a punto di Pyra Wise: "Proust et Nietzsche", in Bulletin d'informations proustiennes, n. 29, 1998, pp. 115-127

7 Cfr. W. Benjamin, "Zum Bilde Prousts", in Id., Gesammelte Schriften, voll. I-VIII, Frankfurt am Main, Suhrkamp, 1972-89, vol. II, t. I, pp. 310-324, tr. it., "Per un ritratto di Proust", in Id., Ombre corte. Scritti 1928-1929, Torino, Einaudi, pp. 354-369, pp. 361-363.

8 Riportato in L. Keller, "Exercices mimologiques proustiens", in Universität Zurich, n. 5, 2000, pp. 123-130.

9 È quanto, ad esempio, hanno fatto, seppur con toni diversi, Huguette David (in "Proust et ses amis antisémites", cit.) e Bernard Brun (in "Brouillons et brouillages: Proust et l'antisémitisme", cit.).

10Alberto Beretta Anguissola in "Proust and Scapegoating…", cit., riporta alcuni esempi dalla correspondance, che mostrano la linearità dei sentimenti proustiani e il permanere durante gli anni (dal 1906 al 1920) della sua indignazione rispetto all'Affaire. Il fatto che Proust coltivasse amicizie o nondimeno intrattenesse buoni rapporti con diversi antidreyfusardi dichiarati non scalfisce il suo dreyfusismo, come si evince da una lettera a Charles Maurras degli inizi del marzo 1821, in cui non vi è alcuna traccia di ritrattrazione della propria posizione dreyfusista, e in cui nello stesso tempo emerge che il dreyfusismo non è per Proust elemento sufficiente a creare o a mantenere un legame con una persona, mentre tale legame può instaurarsi con chi al tempo dell'Affaire non aveva abbracciato "il medesimo partito" (M. Proust, Correspondanc, texte établi, présenté et annoté par P. Kolb, 21 voll., Paris, Plon, 1976-93, t. XX, p. 230). Del resto, come notava tempo fa Costanza Pasquali a proposito dell'amicizia di Proust per il conte Primoli, schieratosi anch'egli a favore del Capitano francese, "malgrado il suo dreyfusismo deciso […], Proust mantenne anche in quegli anni di crisi [si allude probabilmente all'incombente primo conflitto mondiale] amicizie nei due campi; ed è curioso constatare come queste amicizie in campi avversi fossero le stesse per lui e per Primoli: Léon Daudet, Maurice Barrès, Robert de Monstequiou da un lato, Mme de Noailles, Mme Straus e tutta l'élite anticonformista dall'altro" (C. Pasquali, Proust, Primoli, la moda. Otto lettere inedite di Proust e tre saggi, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1961, p. 12).

11 Cfr. M. Proust, Correspondance, cit., t. VI, p. 159.

12 Ivi, t. II, p. 244.

13 Ivi, t. II, p. 312.

14 M. Proust, À la recherche du temps perdu, a cura di J.-Y. Tadié, 4 voll., Paris, Gallimard, "Pléiade", 1987-1989, vol. IV, p. 458, tr. it., Alla ricerca del tempo perduto, a cura di G. Raboni, 4 voll., Milano, Mondadori, 1983-1993, vol. IV, pp. 558-559.

15 Cfr. B. Brun, "Brouillons et brouillages: Proust et l'antisémitisme", cit.; Id., "Les juifs dans Sodome et Gomorrhe", cit.

16 M. Proust, À la recherche du temps perdu, cit., vol. II, pp. 869-870; tr. it. cit., vol. II, p. 707.

17 Crf. Ivi, vol. II, p. 450; tr. It. Cit., vol. II, p. 181.

18 Elemento non rilevato dai curatori francesi della Recherche, che commentano così il più famoso "tradimento" in ibidem: "si noterà che questo è il solo passaggio del Côté de Guermantes I (e pure di tutta À la recherche du temps perdu) in cui il narratore prende posizione a favore di Dreyfus" (crf. M. Proust, À la recherche du temps perdu, cit., vol. II, p. 1598; nota che non ha un corrispettivo nell’edizione italiana, condotta, fino a Sodome et Gomorrhe compreso, sulla precedente edizione Clarac-Ferré del 1954).

19 A. Compagnon, "Le narrateur en procès", cit., pp. 332-333.

20 Hanno richiamato l’attenzione sulla rappresentazione a-biografica proustiana Anne Roche — in "Homme sur un rocher escarpé au milieu de la mer dans le style de Böcklin", in G. Leroy (éd.), Les écrivains et l’affaire Dreyfus, Paris, PUF, 1983 — e Antoine Compagnon (in "Le narrateur en procès", cit.). Spunti interessanti sono contenuti in: G.M. Moore, "The Abesent Narrator of Proust's Recherche", in The French Review, vol. LVII, 1984, n. 5, pp. 607-616. Sul mélange tra coerenza ideologica, finzione e autobiografismo mi sono soffermato nel capitolo "Proust e la filosofia del romanzo" contenuto in: M. Piazza, Alle frontiere tra filosofia e letteratura. Montaigne, Maine de Biran, Leopardi, Pessoa, Proust, Derrida, Milano, Guerini e Assoicati, 2003, pp. 123-147.

21 È un tema che ho trattato in M. Piazza, "L'alterità e il mélange. Benjamin, Proust e il rovescio dei codici psicologico-morali e convenzionali", in Atque, n. 7, 1993, pp. 177-196.

22 Anche in questo caso mi permetto di rimandare a M. Piazza, Passione e conoscenza in Proust, Milano, Guerini e Associati, 1998, pp. 109-140.

23 M. Proust, À la recherche du temps perdu, cit., vol. III, p. 522; tr. It. Cit., vol. II, p. 392.

24 D. Large, Nietzsche and Proust, cit., p. 192. In tale sede Large scrive che anche "il moi philosophe non è che un altro moi perituro" e ne conclude che la ricerca proustiana dell'io o del proprio sé ha quale ultimo risultato un io totalmente sensibile, puramente istintuale, nietzscheano e non certo schopenhaueriano.